Coro Altreterre: un nome, un programma!
Coro Altreterre: un nome, un programma. Nato nel 2000 sulla collina di Trento in occasione di una messa missionaria il coro Altreterre conta oggi più di vent’anni di attività ininterrotta, dedicata in modo sistematico alla diffusione e alla promozione delle tradizioni musicali di altre terre.
Rispetto al panorama corale trentino siamo infatti orgogliosi di aver aggiunto un tassello che va oltre la polifonia colta occidentale, oltre il canto alpino nostrano, già prezioso patrimonio dei moltissimi cori della nostra Regione, per occuparci in maniera felicemente esclusiva di ciò che gli altri non cantano.
Abbiamo mosso i primi passi cantando l’Africa, e ci siamo immersi da subito nella bellezza (e nella difficoltà) di affrontare lingue sconosciute, ritmi inconsueti, canto a cappella con il solo accompagnamento di percussioni.
Ma ben presto abbiamo ampliato i nostri orizzonti, per esplorare la musica davvero di tutto il mondo.
Kiswahili, gaelico, yoruba, bretone, coreano, kihaya, greco, wolof, shona, ucraino, xhosa, euskara, creolo haitiano, macedone, ebraico, finlandese, magiaro, yiddish, georgiano, croato, quechua, russo, zulu. E naturalmente inglese, francese, spagnolo, portoghese, poco poco latino. Sfogliando il nostro repertorio possiamo contare almeno cinquanta idiomi diversi, tranne tedesco e italiano, per scelta programmatica.
E ci piace pensare che questa Torre di Babele sulle nostre partiture sia un segno di convivenza possibile, all’interno di uno stesso concerto così come sul nostro pianeta, tra le mille diversità del genere umano. Una celebrazione dell’Altro che merita rispetto e cura in tutte le sue forme.
Migranti di oggi e di ieri, che salpano su imbarcazioni scalcagnate e provano a raggiungere “la Merica”.
Un viaggio senza lieto fine, messo in scena con musica e parole a cura dei coristi, che si sono reinventati come cantattori.
Sceneggiatura e regia di Rocco Sestito.
IL VIAGGIO DELL’UTOPIA
Migranti di oggi e di ieri, che salpano su imbarcazioni scalcagnate e provano a raggiungere “la Merica”.
Un viaggio senza lieto fine, messo in scena con musica e parole a cura dei coristi, che si sono reinventati come cantattori.
Sceneggiatura e regia di Rocco Sestito.
Un coro, una banda, il Continente nero. L’Africa, la cui tradizione musicale è ventre e culla della maggior parte dei generi contemporanei: dal rock al blues, dal reggae al rap, dallo spiritual al jazz, proposti in un’inedita combinazione in collaborazione con il Corpo Bandistico Vigo Cortesano, diretto da Marcelo Burigo.
MAMA AFRICA
Un coro, una banda, il Continente nero. L’Africa, la cui tradizione musicale è ventre e culla della maggior parte dei generi contemporanei: dal rock al blues, dal reggae al rap, dallo spiritual al jazz, proposti in un’inedita combinazione in collaborazione con il Corpo Bandistico Vigo Cortesano, diretto da Marcelo Burigo.
Irlanda, Galles, Scozia, Bretagna, Asturie: un itinerario in musica dedicato alla nebbia su una brughiera all’alba, alle leggende di antichi cavalieri, al verde brillante del trifoglio, alle onde grigioazzurre dell’oceano, ai capelli rossi di una donna innamorata.
IL CERCHIO CELTICO
Irlanda, Galles, Scozia, Bretagna, Asturie: un itinerario in musica dedicato alla nebbia su una brughiera all’alba, alle leggende di antichi cavalieri, al verde brillante del trifoglio, alle onde grigioazzurre dell’oceano, ai capelli rossi di una donna innamorata.
Ogni concerto Altreterre è un giro del mondo in una manciata di brani.
Un paio d’ore per immergersi nelle atmosfere rarefatte di una basilica bizantina, nei ritmi vorticosi di una danza tropicale, nella solennità arcaica della liturgia slava e nelle percussioni magnetiche di una preghiera africana.
GIRO DEL MONDO
Ogni concerto Altreterre è un giro del mondo in una manciata di brani.
Un paio d’ore per immergersi nelle atmosfere rarefatte di una basilica bizantina, nei ritmi vorticosi di una danza tropicale, nella solennità arcaica della liturgia slava e nelle percussioni magnetiche di una preghiera africana.